Tagessuppe – Frattaglie dalla ristorazione #6

– E quanti anni mi dai?
– Direi poco più di cinquanta.
– Ne ho sessanta.
– E da quando lavori nella ristorazione?
– Da quindici anni, fino ai quarantacinque non ho fatto un cazzo. Mai lavorato. Figurati. Mai fatto niente. Né io né mio fratello. Mia madre, povera donna, non poteva avere figli e poi quando siamo arrivati io e mio fratello ha visto tutto come un miracolo e ci ha tenuto lontano da tutto. Figurati dall’azienda di famiglia. Non ne sapevamo niente.
– Niente?
– Era lì, ci lavorava mio papà e i suoi fratelli e noi avevamo i soldi e stavamo in giro a divertirci. A 18 anni avevo già la moto e la macchina. Sempre avuto una moto, anche adesso, senza non so stare. Mio fratello è morto in un incidente con la sua honda setteecinquantafour. Da quel momento mi hanno tenuto lontano da tutto. Divertiti e basta. Bah, è andata così, che ti devo dire?
– E l’azienda?
– Mio padre ha venduto tutto, mio zio ha messo su un’altra società e ora sta bene.
– E non potevi entrare in società con tuo zio?
– No, i miei non hanno voluto. E a me stava bene, i soldi li avevo. Una montagna. Poi ho dilapidato il mio patrimonio e quello di mia moglie. Due, mica uno.
– Come il Macetti.
– Bravo!
– Pure l’orso al guinzaglio?
– No, quello no. Anzi, i patrimoni erano tre: il mio era doppio, quello ereditato da mio padre più quello di mia madre.
– E…
– Mi sono giocato tutto e ho perso tutto così ho iniziato a lavorare nella ristorazione. Dove prendono tutti i poveracci. Guarda questa foto qua: completo di zegna, giacca di lana pettinata, camicia armani su misura con le iniziali ricamate quassù (ne avevo quindici bianche e quindici azzurre e quindici…), al polso avevo un rolex daytona, guarda bene al collo, questa è una catena tre per uno cartier, sessanta grammi d’oro. Stavo bene. Ero un figo, eh? E già, eravamo ricchi e ho sputtanato tutto. Mi sono divertito.
– Giochi ancora?
– No no.
– Perché sono finiti i soldi?
– E beh, certo! Però basta, mi sono sputtanato due patrimoni, basta. Mia moglie mi odia. Fortuna che con mia figlia ho un buon rapporto. Mi ha detto “sai papà, la mamma dice che bello eri bello ma stronzi come te non ne ha incontrati mai più”. Mi odia, mi odia. Certo, l’ho lasciata al verde. Una volta mi sono giocato le quote della barca che avevo in società con […] e ho perso tutto in un colpo. Sono stato bandito da sanremo, campione d’italia, montecarlo… ho lasciato buchi da miliardi. Poi ho pagato tutto. E non è rimasto niente.
– E gli amici?
– Amici? Sono spariti tutti quando ho iniziato ad avere problemi Quali amici? Figurati.
– E chi conoscevi del giro dei ricchi?
– Eh, conoscevo un po’ di gente: la signora […], quella della grappa, il signor […], poi […], un sacco di gente. Ci incontravamo alle feste, in crociera.
– E come sono?
– Delle merde. Tutti, senza distinzioni.
– E tu com’eri?
– Una merda! Io e mia moglie eravamo delle merde, non ce ne fregava niente.
– Delle cose che avevate?
– Delle persone, non ce ne fregava niente. Io sono una persona normale da quando ho perso tutto.

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