Beyond #Brexit
[Come molt* ho amici, parenti e conoscenti che non vivono più in Italia. Anch’io d’altronde vivo ormai da anni in Austria. Facciamo parte di quella massa di persone che per motivi diversi si sono spostati, volenti o nolenti, dal paese in cui sono nati. Siamo migranti, come Danny Nedelko. A volte esserlo è buona cosa, a volte no, dipende. Soprattutto, siamo noi che diamo valore alla nostra esistenza, non certo chi – dall’alto di privilegi di nascita – può pontificare e decidere su “chi è chi”. E invece no, sono in tante le persone che, con la bava alla bocca, indicano, accusano e direttamente e indirettamente uccidono. Poco fa mi è arrivata una lettera da mio fratello, da anni vive e lavora in Inghilterra, lì ha famiglia, amici, casa. Domani ci saranno le votazioni per la “Brexit”, di seguito trovate il contenuto della lettera da Londra]
***
di Domenico Chiarella
Mancano ormai meno di 24 ore alla tornata elettorale che potrebbe cambiare le sorti del Regno Unito, dell’Europa e forse, con un effetto domino di cui ancora non conosciamo le dimensioni, delle dinamiche globali del prossimo decennio. Effetti che comunque sembrano non interessare la maggior parte della popolazione britannica, che pare più interessata al proprio back yard ed a riavere il controllo del proprio regno, o meglio ristabilire l’onore e la grandezza dell’Impero Britannico. Gli inglesi non sembrano interessati a quanto potrebbe davvero succedere una volta riappropriatisi dei loro confini e quindi chiusi all’interno di un recinto da loro stessi voluto. Sì, perché questo è lo scenario che si va prefigurando. Saranno felici di aver fermato l’invasione(!) europea sul suolo britannico, ma allo stesso tempo impediranno a se stessi, e soprattutto alle nuove generazioni, di poter viaggiare liberamente in Europa, scoprire posti nuovi e conoscere e confrontarsi con i loro fratelli che vivono nel continente. Saranno certamente felici di “riappropriarsi” della loro isola. Ma a che prezzo? Quale sarà il costo che pagheranno i giovani che non potranno più facilmente studiare o visitare altre capitali o anche solo piccoli borghi europei?
Esiste certamente un dibattito vivo e dinamico all’interno delle fasce più giovani della popolazione e tra coloro che, avendo viaggiato, sanno che bisogna abbattere le frontiere e costruire un fronte comune che sia solido abbastanza per respingere la crescente avanzata sovranista che ormai è stata sdoganata in tutti i paesi europei. Sanno che l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea sarà benzina sul fuoco dei vari piccoli leader attivi in Europa, ormai liberi di scorrazzare indisturbati e acclamati dagli studi televisivi per fare “ascoltare il loro punto di vista” e soprattutto fare audience, arringando le piazze reclamando più controlli sull’immigrazione. Sanno che i vari slogan come “padroni a casa nostra”, “take back control”, “hace España grande otra vez, “choisir la France” e altri sulla stessa lunghezza d’onda, che ormai occupano i muri delle città e i salotti bene, saranno ancora più forti sulla scia della Brexit. Sanno questo ed altro e sono pronti a contrastare questo crescente rigurgito che si sta risvegliando in Europa, dopo anni in cui è stato rintanato dietro una facciata di moderazione democratica. E sanno anche che chi siede nelle stanze del comando farà di tutto per denigrarli, dividerli e usare qualsiasi mezzo per farli sembrare uguali a loro. Ma loro NON sono invincibili e quando vengono messi alle strette perdono il controllo della loro maschera, perdono la loro facciata moderatamente democratica e si lasciano andare a dichiarazioni che mostrano la loro vera identità.
Ultima nota di una lunga serie dai contorni e contenuti discutibili, riversata nel dibattito pre-elettorale, è che i migranti hanno avuto la libertà di considerare il Regno Unito come la loro casa per troppo tempo. Noi, migranti, che abbiamo contribuito e contribuiamo alla crescita sociale, economica e culturale di questo paese, abbiamo osato sentirci alla pari di chi ha un “passaporto blu”, abbiamo osato sentirci a casa nostra e pretendere di avere uguali diritti.
Con l’attuazione della Brexit potranno finalmente togliere la maschera, entrare nei salotti televisivi e uscire per strada per andare al pub o in ufficio senza doversi fingere tolleranti e ricoprirsi di inutili e superflui thanks. Avranno finalmente recuperato il controllo sul loro regno e potranno disporre dei migranti, europei e non, come meglio gli conviene senza dover sottostare a nessuna legge imposta dall’Europa. Potranno riprendere a solcare i mari alla (ri)conquista di terre e risorse vicine e lontane.
Probabilmente ci sono poche possibilità di poter cambiare il risultato di queste elezioni e il corso della Brexit, ma bisogna iniziare già da ora ed essere pronti a contrastare il nascere di pericolosi focolai in giro per l’ Europa. Focolai di cui nessuno, tra quelli a cui sta cuore la libertà conquistata a costo della loro stessa vita, da chi combatté e sconfisse il fascismo, sente la mancanza.
IDLES – Danny Nedelko