biografia

Sirius, una biografia

Per questo la morte è anche una linea di demarcazione così importante, è a partire dalla morte e dalla possibilità di essere morto che è possibile lasciar essere le cose così come sono … Dunque può l’uomo fare ciò in forma pura? … Nietzsche avrebbe detto di no: tutto è in prospettiva, il rapporto all’ente, anche il più “vero”, il più “oggettivo”, il più rispettoso dell’essenza di ciò che è così come è, è dentro un movimento che chiameremo qui del vivente, della vita, e da questo punto di vista, qualunque sia la differenza fra gli animali, resta un rapporto “animale”. … E non c’è un “in quanto tale” puro e semplice.

Jacques Derrida – L’animale che dunque sono – Rusconi 2006

Nove giorni dopo Gea, anche Sirius è andato via. Erano le cinque meno un quarto del pomeriggio del 3 gennaio 2025. È andato via e il vuoto ora è difficile da raccontare. Scrivendo di Gea ho scritto anche di Sirius, vale anche il contrario. Impossibile fare altrimenti, hanno fatto sempre tutto insieme, tranne nel periodo – fra giugno e agosto del 2011 – quando Gea era già con noi e Sirius ancora nel rifugio e ora questi ultimi nove giorni tra il 25 dicembre e il 3 gennaio. Giorni in cui abbiamo camminato sghembi, e in cui lui ha ricevuto un surplus di attenzioni e carezze che ha accettato con la pazienza e la rilassatezza di sempre. Aveva uno sguardo triste ma ci ha aiutati, per quanto ha potuto.

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Gea, una biografia

L’animale è lì prima di me, è lì presso di me, lì davanti a me – che lo seguo/sono dopo di lui. E dunque, essendo prima di me, eccolo dietro di me. Mi circonda. E dal momento che è lì davanti a me, può certamente farsi guardare, ma – e forse la filosofia lo dimentica – anche lui può guardarmi.

Jacques Derrida, L’animale che dunque sono, Rusconi, 2006

Il suo nome – Gea – lo scelse Roberta, lo trovai subito perfetto, niente da dire. Appena vidi la sua foto di cucciola mi innamorai, quando arrivò a casa dopo un volo da Lamezia a Torino fu un giorno di meraviglia continua. Davanti a me, che non avevo mai avuto a che fare con “un cane”, avevo una cucciola che si metteva seduta composta, col suo pancino senza peli, e mi guardava dritto negli occhi. Elegante e saggia. Ed io non avevo parole davanti a tanta bellezza. Sia Gea che Sirius ci hanno sempre guardato, e non sappiano cosa pensassero di noi. Solo ipotesi. Durante i primi giorni da cucciola a Torino la portavo accoccolata sul mio avambraccio quando si stancava di zampettare in giro, bastava per farla addormentare.

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