[Come molt* ho amici, parenti e conoscenti che non vivono più in Italia. Anch’io d’altronde vivo ormai da anni in Austria. Facciamo parte di quella massa di persone che per motivi diversi si sono spostati, volenti o nolenti, dal paese in cui sono nati. Siamo migranti, come Danny Nedelko.
In questi giorni sto leggendo Dora Bruder di Patrick Modiano, libro di una forza spaventosa. Forza non solo della memoria ma della narrazione. In questo libro Modiano riporta i nomi di funzionari di polizia, di magistrati e guardie di vari livelli e gradi (quelli che è riuscito a scovare) che furono collaborazionisti dei nazisti durante l’occupazione della Francia. Bontà (e vergogna) loro.
Sono stato alla manifestazione di oggi contro la guerra mossa dalla Turchia di Erdogan contro il Kurdistan, qui a Vienna. C’erano famiglie con bambine e bambini al seguito, anzian* e tant* giovan*. Non ho idea del numero ma si era in parecchi (mille, duemila?, non so), tante le bandiere delle YPJ e YPG, tante altre con il viso di Öcalan.
I don’t mind stealing bread
From the mouths of decadence
But I can’t feed on the powerless
When my cup’s already overfilled
Ho scritto su fb una piccola lista dei libri che ho letto nel 2017 e che più mi sono piaciuti. (Sì, lo so che le liste stancano, nel caso passate oltre). Il post non è visibile per chi non ha fb e perciò lo riscrivo anche quassù. Un luogo che vorrei riportare in movimento.
Le fandonie, le notizie pubblicate senza una fonte, con leggerezza e superficialità vengono spesso riprese in modo acritico e in poco tempo diventano “verità”.
Gambe storte e corte, piedi a papera, pancia gonfia, pancia da birra, maglietta sudata, voce stridula; cammina come se si fosse appena cacato nei pantaloni; culo basso, braccia lunghe, gambe corte, bacino spostato in avanti, capelli corti e occhiali a specchio. Potrebbe essere una guardia, o un cameriere. Uno fra tanti. A scelta.
E’ uscito pochi giorni fa in libreria Un viaggio che non promettiamo breve di Wu Ming 1, edito (coraggiosamente) dalla casa editrice Einaudi.
Nel post che ha pubblicato su Facebook, Manolo Muoio – di cui mi onoro d’essere ancora in qualche modo compagno di viaggio – racconta una vicenda di rimozione. una vicenda tutta interna alla scena del teatro di ricerca italiano. una vicenda che tocca un collettivo di lavoro, una compagnia. e tocca anche me