Ho iniziato a leggere Chav due giorni fa in tarda mattinata e l’ho finito ieri pomeriggio. Lo avrei finito anche in meno tempo, se non avessi avuto altro da fare, e il motivo è questo: avevo bisogno di leggere una storia così: diretta, potente, vera. Perché in un periodo come questo una storia in cui il tema portante è la “solidarietà coatta” ci spinge a rivedere le nostre posizioni rispetto alla nostra classe sociale, alle persone che ne fanno parte; anche rispetto a noi stessi, se siamo “maschi bianchi eterosessuali a piede libero”, e analizzare ciò che stiamo facendo: combattiamo lo stato di cose o siamo passati dall’altra parte della barricata?
09.04.
Alcune notti fa stavo passeggiando per le vie del mio quartiere in compagnia di Gea e Sirius. Loro annusavano e facevano i loro bisogni lungo muri, aiuole e parchetti, con le aree giochi recintate con il nastro bianco e rosso della polizei, e mi chiedevo cosa potessi fare per le figlie e i figli di fratelli, sorelle e compagn* e amic* che da settimane sono rinchiusi ai domiciliari fra Italia e Inghilterra. Quando a un certo punto mi sono detto che potevo leggere e registrare un libro e inviare loro le sessioni di volta in volta. Sì, ma che libro? La scelta è caduta subito su Cantalamappa di Wu Ming. Per tre ottime ragioni:
[Devo dare forma a quello che mi gira in testa, anche per questo motivo ho aperto questo blog. Anche se – come dire? – possono essere pensieri con cui posso trovarmi in parziale disaccordo. Per quanto siano miei di sicuro. E insomma dopo giorni e giorni e giorni di terrore a mezzo stampa, di gestione criminale di una emergenza sanitaria trasformata in laboratorio di controllo e reclusione sociale la rabbia va manifestata in qualche modo. Le righe che eseguono le ho scritte ieri notte 04/04. Oggi leggendo in rete le dichiarazioni di alcuni personaggi pubblici su sciarpe, foulard da indossare e chiese da aprire – dichiarazioni fatte mentre anche su di loro pesa la responsabilità della situazione devastante che c’è nelle RSA, negli ospedali… – beh – mi sono augurato davvero che abbiano in tasca una fialetta di cianuro per uso personale]
Immunity, long overdue
Contagion, I exhale you
Naive, I opened up to you
Venom and mania
Now, contagion, I exhale you
[La prima parte di ciò che segue (23.03) l’ho scritta giorni fa ed è stata pubblicata all’interno delle Necessarie evasioni sul blog di Alpinismo Molotov, avrei potuto pubblicarla prima anche quassù ma lo faccio ora che ho anche altro (29.03) e va bene accusì]
Strano trovarsi qui
Questo cortile
Occhi scuri intorno a me
Ho un po’ paura
Il peggio verrà da sè
Anche questa sera…
[forse avrei dovuto pubblicarlo un paio di giorni fa queste righe, vista la velocità con cui si sta evolvendo la situazione, soprattutto in Italia. Ma tant’è. La prima parte la trovate qui]
A me piace stare a casa, è il posto dove ho i miei libri, i dischi, ciò che è parte di me. Mi piace restare a casa, ma solo fino a quando non sento che i muri iniziano a curvarsi e lo spazio intorno a me retringersi. E questo succede ogni giorno, anche più volte al giorno. In quel momento mollo tutto ed esco, non esiste altro che il bisogno dell’aria aperta e che fuori ci siano -15 0 35 gradi è uguale, devo uscire, andare via.
You’re waiting on miracles
We’re bleeding out
Thoughts and prayers, adorable
Like cake in a crisis
We’re bleeding out
While you deliberate
Bodies accumulate
Ho terminato la lettura di Una cosa oscura, senza pregio di Andrea Olivieri, pubblicato da Alegre nella collana Quinto tipo. Questo libro è forse il più granitico fra quelli finora pubblicati nella collana diretta da Wu Ming 1.
Quella che segue non è una recensione, è più un insieme di appunti che ho preso dopo aver letto un libro che mi è piaciuto molto. Un esercizio quindi, di cui metto in mostra il risultato finale. Di seguito elenco ciò che mi ha colpito di più.
[Dopo aver letto l’articolata, precisa e potente riflessione sui dieci anni di uso di Twitter L’amore è fortissimo, il corpo no parte 1 e 2 di Wu Ming, ho riflettuto ulteriormente su alcune scelte che ho fatto negli ultimi mesi e ho scritto il post che segue.
Ho appena letto un articolo di Oliviero Ponte Di Pino su doppiozero, il titolo è “Sorvegliati di tutto il mondo, unitevi!”. A differenza di quanto si trova su Giap, leggendo la miniserie in due puntate, manca la parte del “Che fare?”, cosa fare per difendersi pur continuando a stare in rete.