#Diariodizona – Camioncino anticrisi
In fase di editing è normale – credo auspicabile – che alcune parti di un testo vengano tagliate via o riscritte.
Anche per il Diario di zona è andata così, la riscrittura è stata una fatica e alcune cose le ho buttate via senza problemi. Altre invece le ho tenute da parte, il motivo è semplice: mi piacevano e continuano a piacermi, nonostante trovassi giusto il consiglio di eliminarle dal manoscritto prima di mandarlo in stampa.
La poesia che segue l’ho scritta ascoltando un signore che vendeva la sua frutta, a bordo di un camioncino, nel quartiere di Mirafiori Sud a Torino. Rileggerla mi fa sorridere. Buona lettura.
Il camioncino anticrisi
Avvicinatevi signori,
meloni della Sicilia. Meloni di Pachino
di Montechiaro, spettacolari.
Spettacolari veramente.
Poche casse da servire,
i primi sono più fortunati,
avvicinatevi signori.
A prezzi di regalo
a quattro euro ‘a cassa,
a meno di cinquanta centesimi a chilo,
tre euro la cassa ‘e melanzane.
Venite a toccare con mano
spettacolari veramente.
A prezzo di regalo.
Prezzo, qualità, risparmio.
Li vendiamo a la metà
della metà del metà prezzo,
dolcissimo melone.
Vi fate prosciutto e melone
per i vostri piccinini,
venite a curiosare,
la curiosità non si paga.
Venite a assaggiare,
l’assaggio non si paga.
A prezzo di regalo.
Assaggio gratuìto…
Oh, Pino!, dacci una cassa alla signora.
Ho letto il tuo libro quest’estate in vacanza. Mi è piaciuto, come ti ho già scritto via twitter. Trova una mediazione non troppo faticosa tra piacere estetico (si sorride spesso e a tratti si ride anche) e inchiesta sul presente. Lo consiglierei a buoni lettori o a compagni dal lavoro duro e/o precario. Per chi legge pochi libri, se non si sente vicino al punto di vista o al palanchino del narratore, trecento pagine possono diventare un itinerario ripetitivo, una pedalata in salita. Insomma, voglio dire che il documento si mangia un po’ di piacere. Se fossi stato il tuo editore, ti avrei chiesto di tagliare di più. Ma in fondo, che male ci fanno quelle trenta quaranta pagine… Sono stato contento di averle lette.
C’è qualcos’altro che disturba. Ora che hai la mia mail puoi chiedermelo. Qui non lo scrivo! L.
Ciao, L., intanto grazie per il commento.
Il testo ha subito una riscrittura e alcune parti furono cestinate definitivamente, altre messe da parte e una di queste è “il camioncino anticrisi”. La ripetitività è quella del lavoro quotidiano, dell’alienazione, del vivere. A meno di scrivere di qualcos’altro credo sia difficile sfuggirne “non si sfugge alla macchina” cito da Deleuze nel Diario di zona, ed è proprio questo che il libro testimonia con tutte le sue imperfezioni.
Grazie ancora.
Mi dispiace che mio suocero l’abbia iniziato, ma poi non l’abbia letto… Confido in mio padre. A presto!