Risto-Reich

Risto Reich in libreria, finalmente

Ho la data ufficiale: Risto Reich – libro in cui racconto “il lavoro del cameriere” nel meraviglioso mondo della ristorazione italiana- uscirà il 21 febbraio prossimo nella collana working class di Alegre. Lo stesso giorno la band norvegese Motorpsycho pubblicherà il nuovo album e questa sonica coincidenza mi fa piacere. Risto Reich è un libro antifascista e working class, ed è pieno di musica. Forse più di Diario di zona.

Informazioni sul romanzo e brani che non sono rientrati nella versione definitiva sono disponibili a partire da questo link. Chi vuole può preordinarlo già nella libreria di fiducia, cosa che darebbe una mano alle librerie indipendenti, al libro stesso, alla casa editrice e anche a me. Per chi vive a Vienna ricordo la Buchhandlunglist nella Porzellangasse, per chi preferisce ordinare on line – o non ha una libreria di riferimento in zona – consiglio lo store Bookdealer (con questa scelta ci si rivolge a una libreria indipendente, ed è cosa giusta).

La copertina, sempre opera di Antonio Pronostico come per tutte le altre dei libri della collana, la potrò pubblicare prossimamente. Dico solo che è molto molto bella.

Ci sono già alcune ipotesi di presentazione in Italia, darò qualche dettaglio in più nei prossimi giorni.

Ricordo anche che ad aprile ci sarà la terza edizione del festival working class presso la ex fabbrica GKN di Campi Bisenzio, il titolo di quest‘anno è Noi saremo tutto. Stesso titolo di un gran libro del magister Evangelisti, e qualcosa vorrà pur dire. Ci tengo a precisare che il festival va sostenuto e difeso e a questo link si può partecipare con una donazione alla raccolta fondi. Basta poco.

 

Risto Reich sta arrivando, non ci vorrà quanto c’è voluto

Appunti su Furore

Riprendo la pubblicazione di parti di Risto Reich che non sono rientrate nel volume che verrà pubblicato a fine febbraio (la data è cambiata per ragioni editoriali) da Alegre nella collana Working Class. Negli ultimi giorni mi sono chiesto se fosse il caso di pubblicare questa parte in particolare, visto che Furore non ha bisogno di una “recensione”. Poi ho deciso per il sì perché i “bastardi ingordi” contro cui Steinbeck scagliò il suo libro sono ancora lì a decidere della vita di milioni di persone; perché a distanza di neanche un secolo altri “bastardi ingordi” hanno stretto un legame ancora più stretto con altri bastardi che siedono dietro scrivanie di mogano al governo di diverse nazioni nel mondo; perché – alla fine – è il mio modo per ripagare un debito nei confronti di un libro che mi ha aiutato nella stesura di Risto Reich. Canetti scrisse “se fossi davvero uno scrittore dovrei essere capace di impedire la guerra”, questo per ribadire l’importanza delle parole per raccontare altre storie che liberino le persone, almeno un poco, e per confrontarmi a modo mio con questi cialtroni che ancora saltellano su palchetti tenendo il braccino teso. Attraverso le storie possiamo, questa è la mia convinzione, uscire dalla gabbia delle reazioni immediate “da social”. Mettere in moto i neuroni in modo diverso e così elaborare pensieri ed emozioni.

 “Bastardi ingordi” e “pezzi di merda mai morti”, come canta Giorgio Canali, ci stanno raccontando la loro storia di vincenti. Minimizzano o negano il riscaldamento globale, armano eserciti, fomentano guerre. Tramano e giocano per salvare i loro scagnozzi, come di recente è tristemente successo col “torturatore libico” tornato a casa su un volo di stato. Io sono convinto che, per quanto pericolosi, siano solo dei buffoni.

Ultima cosa: è ancora possibile sottoscrive l’abbonamento 10×110 di Alegre, i dettagli li trovate a questo link. Se siete interessati, potete già prenotare Risto Reich presso la vostra libreria di fiducia, ancora meglio se indipendente. Fate circolare le storie, soprattutto quelle resistenti.

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Tagessuppe – Incursione in gelateria

Nell’articolo in cui annunciavo l’uscita a gennaio 2025 di Risto-Reich, anticipavo anche che avrei pubblicato materiale che, per motivi diversi, non è rientrato nel corpus del romanzo. Scrissi infatti che hanno a che fare con la materia viva che compone il romanzo. Fanno quindi parte a pieno titolo del progetto. Quella che segue è una riflessione su mondo della gelateria. Buona lettura.

 

Ho avuto colleghi che hanno lavorato in alcune gelaterie della città. Gelaterie di proprietari diversi, in luoghi diversi, ma tutte con la stessa modalità di trattamento dei dipendenti. Stessa concezione dei rapporti umani, quasi come se ci fosse un’unica, questa sì internazionale, direttiva aziendale. Il meraviglioso Made in Italy, apprezzato in tutto il mondo.

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È giunto il momento, il piatto va portato in tavola

È arrivato per me il tempo di rompere il riserbo, di far entrare la cosa nel vivo: a fine gennaio 2025 uscirà per la casa editrice Alegre – nella collana Working Class diretta da Alberto Prunetti – il mio secondo romanzo: Risto Reich. In verità la cosa fu anticipata qualche mese fa da Wu Ming 1, in nota all’articolo su Giap in cui annunciava l’uscita dell’ultimo titolo della collana Quinto Tipo.

Risto-Reich è ambientato a Vienna, città in cui vivo con la mia famiglia da un po‘ di anni, in cui ho iniziato a lavorare come cameriere/barista. Per scrivere il romanzo ho attinto alla mia esperienza, ma non solo. Molto devo ai racconti di colleghe e colleghi con cui ho lavorato a stretto contatto per montagne di ore ogni mese tra il 2016 e il 2020, così come molto devo alla lettura di romanzi, saggi, articoli e opere di non fiction che hanno fatto lavorare la mia fantasia e creare connessioni. Più in là pubblicherò una bibliografia ragionata.

Risto-Reich è – come già il Diario di zona – un oggetto narrativo non identificato, ma la dimensione romanzesca è più marcata, il lato autobiografico ridotto. Mi piace pensarlo come un romanzo a più voci, in cui l’io del narratore diventi il punto da cui chi leggerà il libro potrà vedere e forse capire un po‘ di più della propria esperienza di cliente di un qualsiasi ristorante/pizzeria. Farsi un’idea di cosa vibri e viva oltre il bancone di un bar, dietro le porte di una cucina -quando mancano le telecamere di una TV; dietro il non detto di un o una lavoratrice davanti alla spocchia del solito callone di turno che si siede in sala; dietro le porte di un ufficio durante un colloquio di lavoro o al momento della firma del contratto – quando questo c’è –, mentre forze oscure premono tanto da curvare le pareti.

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