Appunti su La morte, la fanciulla e l’orco rosso di Nicoletta Bourbaki

 

“Credere che parlando di storia non stiamo facendo narrazione è tanto sbagliato quanto pensare che facendo narrazione non stiamo parlando di storia.” Joan Fontcuberta

Il cosiddetto “Caso Ghersi”, storiaccia in cui i partigiani sono stati raccontati come assassini e stupratori viene affrontato, analizzato e risolto ne La morte, la fanciulla e l’orco rosso, primo libro scritto dal collettivo di ricerca storica Nicoletta Bourbaki. Non si poteva sperare esordio migliore. Quasi trecento pagine che scorrono via mentre i neuroni vengono risvegliati e rimessi in moto. Trecento pagine di racconto, analisi, riscontri di dati e documenti d’archivio sapientemente miscelati e composti per smontare una storia rivoltante e antipartigiana. Pagine che sono un condensato di magia letteraria in cui ritroviamo rigorosa ricerca storia, analisi narratologica e racconto. Un piccolo prodigio.

Il libro è composto da quattro parti, corpose, articolate e funzionanti in modo esemplare.

La prima è di avvicinamento al caso di Giuseppina Ghersi e affronta un antico rimosso, ovvero la nascita di storie antipartigiane che dal 1943 passano senza soluzione di continuità dalla stampa del regime fascista a quella della appena fondata repubblica. Storiacce tossiche che vengono messe in circolo ancora oggi, che vanno a creare un frame in cui ci sono “partigiani buoni” contrapposti a quelli “cattivi”. Il tutto per screditare la lotta di Liberazione e le persone che combatterono per riconquistare la libertà “per chi c’era, per chi non c’era e per chi era contro”.  Piccola nota: il gioco del dividere in buoni e cattivi è sempre attivo e funzionale a chi detiene il potere.

Della prima parte ho trovato coraggioso in modo particolare il terzo capitolo “Forza e limiti dell’antifascismo nei confronti della cultura dello stupro” per due motivi: il primo per essere riusciti a raccontare la danza macabra che i fascisti nostrani sono riusciti a montare intorno a foto di donne uccise in modo violento; il secondo per aver affrontare la questione di genere all’interno del movimento di resistenza e liberazione, un conflitto interno che ha reso invisibile il contributo invece decisivo delle donne combattenti.

È nella seconda parte del libro che viene affrontato di petto il “caso Ghersi”. Viene ricostruita la storia di Giuseppina e dei suoi familiari e – cosa molto importante – chiariti i rapporti fra loro e le persone dello stesso quartiere; Seguiamo poi la famiglia dal momento del crollo del regime e dell’occupazione nazista della città fino al momento della Liberazione e della resa dei conti: L’incarcerazione a opera dei partigiani, l’uccisione di Giuseppina, l’uscita dal carcere da parte dei genitori e familiari e la fuga da Savona; per poi arrivare al dopoguerra, il rientro della famiglia a Savona, i processi ai partigiani e l’amnistia, così come le richieste di rimborso per danni di guerra da parte della famiglia;

La terza parte è dedicata alla storia della “storia del caso Ghersi”, in cui viene analizzata la narrazione della storia dell’omicidio di Giuseppina Ghersi da parte dei fascisti a partire dal 1992 per poi passare in modo colpevolmente acritico sulle pagine dei principali giornali italiani. Viene quindi individuata, e inserita nel contesto storico, la nascita della storiaccia ad opera di sedicenti storici e conseguente circolazione negli ambienti neofascisti. Storiaccia ripresa, gonfiata, arricchita di dettagli macabri e inserita nel circuito mainstream all’interno di un ciclo narrativo messo in opera da persone vinte e in cerca di vendetta. In questa parte del libro non abbiamo solo lo smontaggio di questa narrazione tossica ma – fondamentale – il farsi di una narrazione di secondo livello che mette in evidenta i tic e i liquami delle storie antipartigiane. Delle storie di destra, come le chiama Yvec Citton nel suo Mitocrazia.

Nella quarta parte si affronta e risolve l’invenzione del “mistero” del monte Manfrei.

La morte, la fanciulla e l’orco rosso è un esempio di metodo e di narrazione utile a disintossicare l’ambiente e le storie in cui siamo immersi quotidianamente. È una narrazione che fa da antidoto.

La morte la fanciulla e l’orco rosso, Alegre Edizioni, €18
Rage Against The Machine – Testify

 

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