lavoro

Like cake in a crisis \ We’re bleeding out. Parte quarta

12.05

Le giornate sono più lunghe e fredde. Un’ondata di freddo che arriva dal nord (da dove sennò?) ha fatto riabbassare le temperature e su Vienna soffia un vento gelido che spazza via lo smog che – insieme al traffico – è tornato in città. Era meglio prima, continuo a dire fra me, riecco la normalità.
Come tante e tanti in questi ultimi mesi, evaporato il lavoro, ho messo su un minimo di routine che non mi facesse partire la brocca. Che poi ci vuole poco, basta vedere con quanta velocità tutto quello che credevi di aver messo da parte per “stare tranquillo” vola via per un imprevisto, una malattia. I soldi si muovono a senso unico e i nervi iniziano a cedere.

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Fase 2, la beffa

Dopo l’ennesimo decreto è ormai evidente che: è ammessa, concepita, solo un tipo di famiglia, chi ce l’ha ed è in buoni rapporti buon per lei o lui, per le/gli altr* che si arrangino, tanto non contavano già prima, figurati adesso; gli affetti validi sono quelli certificati, chi è solo s’attacca; gli amici e le amiche, le compagne e i compagni di avventure lotte e chissà cos’altro non hanno niente a che vedere con i “congiunti”; C’è l’hai la patente di congiunto? i bambini stanno e staranno ai domiciliari, che sono untori a livello logaritmico (se sai cos’è un logaritmo capisci che è una stronzata, altrimenti te la si fa passare come una cosa scientifichissima) e quindi chi se ne frega; i vecchi so vecchi, quelli che non sono stati fatti fuori dalle ordinaze delle regioni con “eccellenze sanitarie” sanno comunque quanto vengono considerati a livello politico; i parchi verranno aperti ma il sindaco di turno può decidere a propria discrezione se chiuderli, che sono roba sua, se ancora non è chiaro;

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Like cake in a crisis \ We’re bleeding out. Parte terza

[La prima parte di ciò che segue (23.03) l’ho scritta giorni fa ed è stata pubblicata all’interno delle Necessarie evasioni sul blog di Alpinismo Molotov, avrei potuto pubblicarla prima anche quassù ma lo faccio ora che ho anche altro (29.03) e va bene accusì]

Strano trovarsi qui
Questo cortile
Occhi scuri intorno a me
Ho un po’ paura
Il peggio verrà da sè
Anche questa sera…

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Like cake in a crisis \ We’re bleeding out. Parte seconda.

[forse avrei dovuto pubblicarlo un paio di giorni fa queste righe, vista la velocità con cui si sta evolvendo la situazione, soprattutto in Italia. Ma tant’è. La prima parte la trovate qui]

A me piace stare a casa, è il posto dove ho i miei libri, i dischi, ciò che è parte di me. Mi piace restare a casa, ma solo fino a quando non sento che i muri iniziano a curvarsi e lo spazio intorno a me retringersi. E questo succede ogni giorno, anche più volte al giorno. In quel momento mollo tutto ed esco, non esiste altro che il bisogno dell’aria aperta e che fuori ci siano -15 0 35 gradi è uguale, devo uscire, andare via.

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