E’ uscito pochi giorni fa in libreria Un viaggio che non promettiamo breve di Wu Ming 1, edito (coraggiosamente) dalla casa editrice Einaudi.
L’impressione che ho è che le città inizino ad assomigliarsi un po’ tutte, a partire dalle stazioni ferroviarie. Sarà forse perché una volta scesi dal treno ci si ritrova davanti bar, negozi e librerie che fanno parte di catene commerciali. Stessi marchi, stesse vetrine, stessi prodotti un po’ ovunque.
La tendenza è verso un modello commerciale che rende i centri delle città interscambiabili tra loro, nella sostanza.
In fase di editing è normale – credo auspicabile – che alcune parti di un testo vengano tagliate via o riscritte.
Anche per il Diario di zona è andata così, la riscrittura è stata una fatica e alcune cose le ho buttate via senza problemi. Altre invece le ho tenute da parte, il motivo è semplice: mi piacevano e continuano a piacermi
La scrittura della nona pagina è terminata.
Ora si tratta di leggere, rileggere, correggere, riscrivere, scegliere la foto e pubblicare.
I giorni di vacanza che ho dal lavoro di letturista sono iniziati e li dedicherò alla scrittura delle restanti pagine. Non ho idea di quante ce ne saranno ancora. Ho tre quaderni di appunti e spero di cavarne fuori qualcosa di buono. Vedremo.
Se a qualcuno interessa a questo link si trovano le pagine scritte finora e pubblicate su Satyrikon.
Buona lettura e grazie!
Suono a brutto citofono
chiedo permesso
‘posso entrare per…?’
parole vomitate metalliche in risposta,
un suono secco e son dentro.
Mi porto dietro la fedele 2 ruote.
Attraverso un cortile assolato,
incrocio un tizio Tarchiato Rasato Tatuato
uno sguardo di pietra mi sfiora,
sento un disagio cupo
credo sia stanchezza
tiro dritto verso al figura di vecchio sul fondo
fermo sulla porta del Basso a destra.
Il Vecchio vomita parole confuse e
gesti ampi da terrone,
ha un solo incisivo in bocca.
L’unica via è scendere dalla scala a sinistra
5 metri sotto terra
tornare indietro verso l’androne,
trenta metri di cortile
fare il lavoro e tornare indietro.
Mi arriva l’immagine di una cantina devastata, come tante.
Appoggio la fedele 2 ruote al muro
accanto alla porta della cantina
non la lego,
torna il disagio la stanchezza
sostenuta dal tanfo di terra umida.
Vado giù, percorro i corridoi,
compio svolte, supero porte sfondate.
La luce della torcia elettrica
è la mia isola di calma
fischio il ritornello che ho scelto
per quest’altro giorno di fatica
quasi alla fine.
Andata e ritorno forse 3 minuti.
Torno su, respiro,
la 2 ruote è svanita.
Il vuoto mi esplode dentro
cerco il vecchio che dice
“è chinu e bastardi, è chinu e strhanìeri ccà” ,
vero italiano del 150°.
Cerco e bestemmio e non credo,
non ti credo Vecchio
e te lo dico
e non servono i tuoi gesti
ho capito
che la 2 ruote è ancora qui dentro
che forse è uno scherzo balordo
che non c’è cazzo
che sei stato tu
e il Tizio Tarchiato Tatuato
come un pittbull mi è addosso
mano in faccia
“checomecazzotipermetti?minchia
miopadrechehasemprelavorato?
chehasemprelavoratoetudicicherubba?
ammiopadrechecomecazzotipermetti?”
Li blocco come posso,
non mi faccio toccare,
e so che potrei entrare nella merda
in un attimo sarebbero pugni e calci e
mi vedo col palanchino spaccare la faccia
al Vecchio e al Tarchiato Tatuato,
spaccargli le ossa.
Mi vedo e parlo
gli punto gli occhi addosso, controllo la voce
parlo e mi allontano piano
e tengo gli occhi sui loro visi
e tengo a bada la mia paura,
le urla che dentro mi dicono di ammazzarli.
Di fare qualcosa, di fargli male.
Fuori dal cortile,
per strada ombre
ci passano accanto,
arriva un terzo in bmw, sembra un film,
accosta e rutta un
“ci sono problemi?”
il Tarchiato Tatuato sorride.
Ti denuncio dice il Vecchio.
Mi allontano, lucido, sconfitto,
non tremo neppure,
mi chiedo perché questo.
Non mi è servito a niente:
non ho più la 2 ruote
il Tarchiato Tatuato mi ha *toccato* la guancia,
mi è rimasto nelle orecchie il
“checazzomenefotteammèchetucilavori?
checazzomenefotteeh?”
e mi sento una pezza,
aver evitato la rissa non mi fa sentir meglio
e cosa avrebbe fatto Philip Lacroix?
mi chiedo,
Cosa?
il ritornello è tratto da http://youtu.be/fjWlIWf9bfA.
Non c’è niente.
Posso star fermo
a guardare e non
c’è pensiero di…
non c’è niente.
Come essere morti.
…
E se arrivasse giù
una bomba da sù
dal fottuto cielo,
cosa saprei fare?
…
Se mi trovassi
sbattuto in aria
coperto di terra
e sangue e merda di
qualcuno finito male,
cosa saprei fare?
…
E se continuasse
e continuasse a esplodere
questa terra in giro
e con muscoli rotti
e orecchie sanguinanti
cosa farei?
…
Col mondo che viene giù
cerca di entrarti dentro
e il suono ti assorbe,
cosa faresti?
…
E se a morire con
la pancia aperta da
una scheggia fossi io
…
Cosa penserei?
fra le lacrime il sangue la merda
della mia vita
fra polvere e urla
e sto cielo in fiamme
sta vita che si chiude
lontano da tutti
in mezzo al niente,
cosa farei di buono?
Cosa ci sarebbe da fare?
…
Se mi svegliassi e fosse
tutta un’ipotesi umana
concreta folle umana,
cosa deciderei di fare?
…
Prima che qualche stronzo lo faccia davvero,
cosa faccio?
Cosa voglio fare?